BROTHER a chi hai detto FOTTUTO giapponese?
DVD
AZIONE / AVVENTURA
ANNO: 2000
REGISTA: TAKESHI KITANO
ATTORE 1: BEAT TAKESHI
ATTORE 2: OMAR EPPS
CASA PRODUZIONE: KEYFILMS
DURATA: 113 min
Brother" presenta un campionario di fratelli: c'è il vero fratello di Yamamoto, che è rimasto in Giappone come membro della famiglia che ha vinto la guerra (alla fine, non riuscendo ad integrarsi del tutto, si esibirà in un harakiri ai limiti del grottesco). Poi c'è il fratellastro, il trasandato e ingenuo Ken, che vive a Los Angeles di piccoli espedienti. E infine c'è Denny, il giovane nero, l'unico a non esser realmente fratello di sangue e ad esserlo di fatto. Quest’idea di fratellanza, di radicale intimità dei sentimenti, è sublimata nella presenza-assenza della morte, condotta per mano dalla lente grottesca e acida di Kitano. Ne risulta un film dal corpo estetico imponente, dominato stilisticamente dalle visioni del regista (lo sguardo registico e lo sguardo di attore). Il silenzio tempera i gesti spietati, ma mai inclini a mitizzare la violenza. Questa risulta amplificata nell'assurdo gioco delle parti, mosse solo ed esclusivamente dalla sete di denaro. Yamamoto sembra indifferente del tutto ai dollari: la sua immobilità è paralisi davanti all'assurdo del mondo reale. Le persone appaiono come burattini. Egli sembra un anima alla ricerca di un momento che renda il sacrificio degno di essere vissuto, sbilanciato sulla battigia di un orizzonte marino che ritorna in molti suoi film. Uccide perché non c'è ancora nessuno per cui valga la pena di morire e quando lo trova si fa crivellare come un colabrodo. Il cinema di Kitano cerca di raccontarsi affilato su questa filosofia minimalista: è corpo della sfumatura, spazio del vuoto, eco del silenzio. La guerra che invoca sembra un gioco, è regolata come tale, però produce vittime, lascia morti per strada. Ma chi sono i morti che si lascia per strada non lo sappiamo: niente ci spinge a piangerli. La violenza è sgretolata nel ridicolo gesto dello sparo, nello stillicidio di pallottole che tolgono la vita e non tolgono niente al film. Oppure