DVD VENDITA
COMMEDIA / COMICO
ANNO: 1984
REGISTA:
ATTORE 1:
ATTORE 2:
CASA PRODUZIONE:
DURATA: 0 min
L’unica verità su “L’inceneritore”
IL FILM FANTASMA
L’arcano che contraddistinse “L’INCENERITORE” lentamente lo permeò di un esoterico alone di mistero… Basti dire che alla Mostra di Venezia mai era accaduto che un film sgangherato di un esordiente sconosciuto, continuasse ad essere reclamato e ricercato sin dall’indomani di quella sua ignobile mala-apparizione.
E poiché è credenza assai diffusa che se un film non esce la colpa è sempre del regista, anche in questo caso molti dardi vennero scagliati contro il suo autore Pierfrancesco.
Soprattutto per questo motivo sarebbe ora di fare un po’ di chiarezza; quella chiarezza che non è stata mai fornita, fomentando le più disparate e contraddittorie opinioni.
“L’Inceneritore” aprì la “Sezione giovani registi della 41°Mostra del cinema di Venezia” e fu quella, per l’appunto, la sua unica proiezione.
Dopo di che fu tolto dal circuito e da allora iniziarono le richieste di poterlo vedere e valutare anche perché la curiosità veniva incrementata da continui eventi di cronaca e dalle sue segnalazioni nei vari dizionari e riviste di cinema.
Eroica si mostra essere la determinazione con cui il noto esercente padovano Gianni Vitali appare sempre più motivato a quietare gli animi, proponendosi di scovare il film per proiettarlo, prima o poi, in anteprima nel nuovo cinema Porto-Astra della Guizza a gaudio magno dei concittadini.
Veramente, nel 2011, una proiezione (tratta da una scadente copia-lavoro) fu eseguita, ma per i soli giornalisti chiamati dal produttore in vista dell’imminente lancio dell’opera su scala nazionale. Ma poi ancora una volta sparì e “L’Inceneritore” diventò per tutti “il film fantasma”.
PADOVA CONCORRE ALLA SUA REALIZZAZIONE
La sorte del film è sempre stata molto a cuore ai padovani soprattutto a quei 500 e più, che accettarono di sostenere, gratuitamente, le non facili figurazioni in cambio di una pizza promessa dal produttore.
La stessa disponibilità venne offerta dai dirigenti dei maggiori enti e istituzioni cittadine: coi loro permessi e concessioni, il municipio, gli assessorati, i vigili, la questura, i carabinieri, l’ospedale, la curia e l’ università resero possibili le ambientazioni che, in apocalittica gara con la musica, magnificarono la sequenza finale del film.
Per girarla, superando imprevisti d’ogni tipo, venne messo a ferro e fuoco l’intero centro storico!. Non s’era mai visto che una mastodontica mietitrebbia alta quasi cinque metri, sfrecciasse in corso Garibaldi per mietere tutti i cadaveri rimasti sulle strade perché l’inceneritore era stracolmo! Fintanto che in Prato della valle, invaso dai rifiuti, i camion della nettezza urbana sfrecciavano falciavano i passanti disperati!
Il tutto ripreso dal vero senza alcuna “truka”! (i risicati finanziamenti non lo consentivano).
Perfino la celeberrima e inviolata Basilica del Santo di giurisdizione vaticana, alienò la sua rigidissima extraterritorialità concedendo per la prima volta nella storia, che delle riprese cinematografiche profane venissero girate nel suo magnifico interno.