DVD
CLASSICI
ANNO: 2004
REGISTA: PAUL MARCUS
ATTORE 1: CHIARA MELONI
ATTORE 2: CORNELIA VON BRAUN
CASA PRODUZIONE: SAN PAOLO
DURATA: 182 min
Lucio Domizio Enobarbo, divenuto imperatore come Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico, nacque ad Anzio figlio di Agrippina Minore, pronipote di Augusto, e di Gneo Domizio Enobarbo ed ebbe un'ottima educazione impartitagli da Seneca.
Dopo che la madre ebbe sposato il proprio zio Claudio e lo ebbe costretto ad adottarlo, gli spianò ulteriormente la strada dandogli in sposa Ottavia, figlia di Claudio, e insediando in posti di potere uomini di sua fiducia. Alla morte di Claudio, nel 54, ottenne che il diciassettenne Nerone fosse riconosciuto imperatore dai Pretoriani. Il piano di Agrippina, che voleva il potere tutto per sé, era di usare il figlio come strumento, ma a controllare la sua ingerenza pensarono Seneca e il Prefetto del Pretorio Burro. I primi cinque anni di questa co-reggenza impostata sulla moderazione furono tra i più felici dell'Impero. La ricetta? Possiamo rivenderla a chi ci governa: restituita parte della pubblica amministrazione al senato, assicurate le frontiere (?), provvidero ad alleggerire le tasse e a proteggere i provinciali dall'esosità dei pubblicani, giustizia "giusta". Seneca e Burro lasciavano che Nerone sfogasse tutte le sue velleità artistiche, purché si lasciasse guidare nel governo. Nel 55, Nerone fece uccidere Britannico, figlio di Claudio, considerandolo un pericoloso rivale. Agrippina non demordeva, ma quando Nerone ripudiò Ottavia, uccisa in seguito, per sposare Poppea i rapporti tra madre e figlio si ruppero. Quando nel 59 Agrippina fu uccisa per la sicurezza dello Stato secondo Seneca, la situazione precipitò. Nerone si ribellò ai suoi mentori, alla morte di Burro lo sostituì con Tigellino, un individuo senza scrupoli, fece della confisca dei patrimoni di coloro che lo avevano offeso un metodo per incamerare denaro. Seneca rinunciò al compito di consigliere. Libero delle proprie azioni, l'imperatore iniziò a sprecare denaro in follie artistiche. L'incendio di Roma del 64 fu attribuito a lui anche se, poi, furono i cristiani il capro espiatorio. Il motivo? La costruzione della Domus Au